27-03-2010
Il Presidente degli USA Barack Obama e il presidente russo Dmitri Medvedev hanno firmato un accordo per un limite di 1.550 testate nucleari (una diminuzione del 74% rispetto all'accordo Start I del 1991) e di 700 vettori (un dimezzamento rispetto al vecchio Start II scaduto nel dicembre scorso). La firma del trattato l'8 aprile a Praga precederà di pochi giorni un summit in programma a Washington, dal 12 aprile, sul tema della non proliferazione nucleare che vedrà i leader di oltre 40 Nazioni riuniti nella capitale Usa
WASHINGTON. Stati Uniti e Russia hanno annunciato ieri di avere raggiunto, dopo un anno di negoziati, uno storico accordo sulla limitazione degli armamenti strategici che conferma il reset nei rapporti tra i due Paesi e lancia un ammonimento a Nazioni come l'Iran e la Corea del Nord sulla determinazione di Washington e Mosca nella lotta alla proliferazione nucleare. Ma restano incerti i riflessi che l'accordo avrà sullo scudo anti-missile.
Il presidente Barack Obama e il presidente russo Dmitri Medvedev firmeranno il trattato l'8 aprile a Praga in una cerimonia che sarà ricca di richiami simbolici. Proprio nella capitale dell'ex Paese del Patto di Varsavia, adesso membro della Nato, l'inquilino della Casa Bianca aveva annunciato il 5 aprile scorso la sua visione di un mondo senza armi nucleari. Un traguardo a lungo termine da raggiungere gradualmente, a piccoli passi, cominciando dalla riduzione degli arsenali nucleari delle due superpotenze chiamate a "dare il buon esempio".
L'accordo raggiunto da Usa e Russia, il più importante in due decenni, prevede un limite di 1.550 testate nucleari (una diminuzione del 74% rispetto all'accordo Start I del 1991) e di 700 vettori (un dimezzamento rispetto al vecchio Start II scaduto nel dicembre scorso).
"Con questo accordo Stati Uniti e Russia, le due maggiori potenze nucleari del mondo, intendono lanciare un chiaro messaggio sulla loro intenzione di guidare" la lotta alla proliferazione nucleare, ha spiegato il presidente Obama.
Per l'inquilino della Casa Bianca questa è stata la settimana più trionfale della sua presidenza: martedì ha firmato la storica riforma sanitaria (la sua priorità nella agenda dei problemi interni) e ieri ha annunciato il maggior successo concreto della sua politica estera.
"C'è voluta pazienza, c'è voluta perseveranza, ma non ci siamo mai arresi", ha detto ieri Obama, riferendosi ai negoziati con Mosca ma anche alla riforma sanitaria.
La firma del trattato l'8 aprile a Praga precederà di pochi giorni un summit in programma a Washington, dal 12 aprile, sul tema della non proliferazione nucleare che vedrà i leader di oltre 40 Nazioni riuniti nella capitale Usa. Un summit dove Obama, come ha detto ieri un funzionario della Casa Bianca. "potrà esibire fatti e non solo parole".
Il segretario di Stato Hillary Clinton ha sottolineato che l'accordo nucleare lancia un preciso segnale a Paesi come l'Iran e la Corea del Nord sulla determinazione degli Usa nel combattere la proliferazione nucleare. Dal Cremlino è giunta l'osservazione che "il nuovo trattato segna un nuovo livello di cooperazione tra la Russia e gli Stati Uniti nello sviluppo di nuove relazioni strategiche".
Da Mosca si è anche sottolineato che l'accordo include un collegamento "legalmente vincolante" tra armi strategiche di attacco (come appunto i missili) e quelle di difesa (come lo scudo antimissile). Una interpretazione respinta dalla Casa Bianca: l'accordo non contiene vincoli allo sviluppo dello scudo anti-missili. Alla radice della divergenza c'è il fatto che sia Obama che Medvedev devono ottenere la ratifica dei rispettivi parlamenti prima che il trattato possa entrare in vigore. Obama ha bisogno del voto favorevole di 67 senatori su 100, deve convincere quindi anche almeno una decina di senatori repubblicani a votare per l'accordo.
"Spero che si formi un forte sostegno bipartisan per ottenere la ratifica del trattato", ha detto ieri Obama. Ma per arrivare a questo risultato occorre che l'accordo non minacci lo scudo, che ha i suoi sostenitori più forti proprio tra i repubblicani.
Dopo avere ottenuto il reset delle relazioni con Mosca adesso Obama è chiamato ad una impresa ancora più difficile: il reset dei rapporti con i repubblicani dopo la feroce battaglia per la riforma sanitaria.
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