16 marzo 2010
Il direttorissimo davanti alla telecamera del Fattosostiene di non aver mai mentito e di non aver mai subito pressioni
Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini era ieri a Roma per registrare la puntata di “Mentana condicio”, in onda sul sito Web del Corriere. Il Fatto gli aveva più volte chiesto un’intervista e ieri, abbandonato dal suo autista ai nostri microfoni, ce l’ha concessa: Minzolini, ora che la commissione di Vigilanza Rai ha confermato la sospensione dei talk-show, sarà la principale fonte d’informazione del servizio pubblico.
Direttore, perché ha mentito a milioni di persone dicendo che l’avvocato Mills è stato assolto anziché prescritto?
Non ho mai mentito, mai!
Non è vero che il Tg1 ha detto: Mills è stato assolto?
In otto edizioni del Tg1 ho detto quello che dovevo dire. Poi c’è stata quella sintesi...
Lei è stato intercettato mentre dice a Berlusconi che al suo richiamo lei è sempre pronto.
Questo lo dice lei!
Prima delle dichiarazioni di Spatuzza ha detto anche che se "a Palermo fanno qualche scherzetto intervengo io".
Lo dice lei questo! Lei!
Lei era in contatto con la "cricca" e poi ha fatto un editoriale contro quelle intercettazioni.
Non sapevo assolutamente di essere intercettato. E quello che ho detto lo ripeterei ancora adesso.
Ha mai assecondato richieste del ministro Tremonti di dare meno spazio a Brunetta?
No, assolutamente no.
Direttore, le pare corretto essere a disposizione del premier?
Io non sono a disposizione, lo sono come lei è a disposizione di Travaglio.
Io non mentirei se qualcuno me lo chiedesse.
Ma neanche io mento.
Dire che Mills è stato assolto, mentre in realtà è stato prescritto dopo una condanna, non è una bugia?
Ci sono otto edizioni del Tg1 in cui diciamo che Mills è prescritto. Per quanto riguarda il titolo c’è una scuola di pensiero, e se lei studia probabilmente se ne accorgerà, che dice che si può utilizzare nel linguaggio... diciamo volgare della televisione, un termine del genere. La sera poi torniamo a parlare di prescrizione, e il comitato del Tg1 prende atto con soddisfazione della precisazione. Questo è un atteggiamento strumentale tutto votato a fare campagna elettorale: banaaaale!
Lo sanno tutti che assoluzione e prescrizione non sono sinonimi.
No, dico che nel linguaggio televisivo si può arrivare anche a questo tipo di semplificazione.
E nel linguaggio giornalistico?
Eh?! Io parlo del linguaggio televisivo! Capito? Un attimo che cerco l’autista (lo chiama, ndr).
E’ vero che lei ha minacciato dei giornalisti del Tg1 perché appoggiassero la mozione a sostegno della sua direzione?
Ma le pare?
L’hanno riferito diverse persone (e ieri il caporedattore centrale è stato cacciato, ndr).
Ma di che? Ma io posso minacciare qualcuno? La smetta!
Direttore non la disturba essere diventato il simbolo della disinformazione?
Probabilmente è lei il simbolo della disinformazione!
Perché?
Leggo delle cose vostre che sono al di fuori del mondo! Io poi non lo leggo purtroppo il Fatto Quotidiano. (Minzolini telefona al suo autista e lo sgrida: "Non è normale, no? Ecco! Ti sbrighi per favore? Grazie! Ti sbrighi, eh?! Grazie!").
Pure il direttore Mauro Masi ha detto "pressioni così neanche nello Zimbabwe".
Io non ho avuto nessun tipo di pressione. Quando io faccio un editoriale lo faccio indipendentemente da quello che pensa qualcuno, lo capisce? Questo se lo deve mettere in testa!
E l’editoriale contro la piazza?
Io ho sempre detto che non c’è un regime in questo Paese. Se questo è un regime com’è che ad essere intercettato è proprio il presidente del Consiglio?
Direttore, non le sembra eccessivo paragonarsi a Giovanni Amendola?
Ho riportato soltanto la scemenza che ha detto uno dei tanti (Di Pietro), che dice quelle cose quando usa l’espressione "Via a pedate".
Da il Fatto Quotidiano del 16 marzo
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