sabato 27 marzo 2010

Raiperunanotte - DANIELE LUTTAZZI







raiperunanotte Benigni




canzone dei negrita vietata da radio ed mtv (inedito helldorado) videoclip


Il video della canzone dei Negrita "Il libro in una mano la bomba nell'altra" dei negrita realizzato da avyan... dedicato a tutti quelli che amano sapere le cose come stanno

In tre milioni voltano le spalle alla Rai dei servi

Raiperunanotte : 13% di share sulle tv. Santoro: "Il sito dell’evento è stato il quinto più visto al mondo. Se ci vogliono cacciare devono passare sopra tutta questa gente". E Masi prepara la vendetta

di Antonio Massari e Silvia Truzzi

Il balletto dei dati comincia in una mattinata bolognese mite solo nell’aria, stanca di sbadigli dei reduci della notte al Paladozza. Molto vento attorno e mica è un’annotazione climatica. La Rai, dopo aver agitato anche lo spauracchio della violazione del diritto di esclusiva che vincola Santoro all’azienda, organizza la controffensiva. Intanto diffonde i dati alla maniera della questura di Roma: il pallottoliere con l’aiutino. Stavolta il calcolatore però funziona al ribasso.

Piccolo scherno. La serata, secondo l’azienda, sarebbe stata seguita su SkyTg24da 450 mila telespettatori, pari al 2,03% di share e su Current da 540 mila telespettatori (2,4%). Su RaiNews24, che trasmetteva l’evento in differita – grazie alla lungimiranza del Cda – i telespettatori sarebbero stati 200.450, pari all’1,6% dishare. Ma nel primo pomeriggio Santoro, Travaglio e lo staff di Annozero, ospiti dell’Fnsi a Bologna, convocano i colleghi: l’Auditel dell’evento si attesta sul 13%, "pari a circa tre milioni di spettatori". Sky avrebbe ottenuto più del 6% (anche se le cifre non sono complete: canali come YouDem non vengono monitorati). Current si attesta sul 2,50%, percentuale più o meno simile a quella di SkyTg24. La quota restante va a RaiNews24. Il rimanente 7% di ascolti se l’è preso il network delle televisioni locali: "La sola Telelombardia – ha spiegato Santoro – ha avuto 300 mila ascoltatori di media e un milione di contatti. Telelombardia, in Lombardia, ha avuto 3 volte l’ascolto di RaiDue". Le “conseguenze dell’amore” sarebbero un’emorragia del 10% di ascolti per le reti Rai e Mediaset. E comunque i dati sono difficili da decifrare. "Il dato andrebbe valutato nella sua complessità", spiega Santoro. "Siamo andati in onda su piattaforme differenti, che spaziano dal digitale a Internet e quindi questo 13% rappresenta una valutazione pessimistica rispetto alla portata reale dell’evento. Un evento che è paragonabile a una scossa tellurica nel sistema televisivo italiano. E l’Auditel non ha gli strumenti adatti per verificare la vastità di questo terremoto".

A gonfie vele. Navigando, navigando: i numeri televisivi sono una parte – e non la più importante – della questione. I dati del Web faranno la differenza. "Il sito diRaiperunanotte è stato il quinto più visto al mondo: storicamente l’accesso più importante in Italia". Il tutto senza considerare le altre piattaforme digitali che hanno mandato in streaming l’evento. Filtrano alcune – prime – cifre dei contatti: 700 mila alla pagina web Tg3, 350 mila sul sito di Repubblica, 80 mila utenti unici su Current, 30 mila i singoli utenti sul sito di Youdem. Mentre su Twitter sono arrivati 5700 messaggi taggati @raiperunanotte (in media 2 al secondo), portando questa tag a essere ieri una delle più utilizzate giovedì in Europa. Duecentomila i contatti all’edizione on-line del Fatto, 50 mila gli spettatori dal nostro sito. Ma sono tutte ancora cifre provvisorie. "Potremo fare un bilancio corretto soltanto nei prossimi giorni. Comunque mi pare che già si possa dire che siamo di fronte a una tv, in Internet, in grado di sfidare emittenti come La7".

Dopo la matematica, le opinioni. E quindi questi numeri, ancora imberbi, che cosa ci dicono? "Ieri abbiamo dimostrato che il pubblico continua a esistere anche quando un programma viene chiuso. Il canone smette di essere solo una tassa e diventa l’affermazione del diritto di dire la propria opinione su quello che la televisione pubblica deve mostrare". O oscurare. Il vento, appunto, si sente: da viale Mazzini arriva a Bologna. Ed è l’eco minacciosa di un dossier lungo otto anni e di un ipotetico Cda ad personam. A quanti vorrebbero una sua uscita dalla tv di Stato, Michele Santoro promette battaglia: "Noi apparteniamo alla Rai. Siamo un potenziale dell’azienda che può essere utilizzato per il servizio pubblico. Se poi qualcuno intende ingaggiare con noi la battaglia finale, noi l’affronteremo. Per cacciarci dovranno passare sul nostro corpo. Che non è soltanto il mio o quello di Travaglio, ma è anche quello di tutta la gente che ieri era presente dentro e fuori, oltre alle 250 mila persone in piazza".

Ci sarà un seguito di Raiperunanotte? Il giornalista di RaiDue sembra propendere per l’esperimento isolato: "L’iniziativa di ieri, per come è stata realizzata, è un unicum. Ma non finisce qui: "Dal punto di vista spirituale no. La prossima volta lo faremo al Colosseo. Potrebbe essere una bellissima sfida: l’imperatore contro i gladiatori. Però se i gladiatori vincono, l’imperatore se la prende in saccoccia". C’è tempo anche per tornare sul conflitto d’interessi, tema dell’editoriale d’apertura al Paladozza. "Chi deve uscire dalla Rai è Berlusconi che ha dimostrato di saper fare la televisione privata. Non certamente noi. Ha già tre reti televisive e non mi sembra debba avere anche la Rai. Quando è sceso in politica disse che non avrebbe toccato neanche una pianta, invece non solo sta tagliando le piante ma sta arando il giardino estirpando quanto c’è di buono. Le sue televisioni sono ansimanti. Mediaset fa fatica a stare sul mercato. È lui che dovrebbe stare zitto. Noi lo rispettiamo come presidente del Consiglio, ma non come imprenditore televisivo che vuole fare i suoi interessi nella televisione pubblica".

Da il Fatto Quotidiano del 27 marzo




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Storico accordo USA-Russia per il disarmo nucleare. Il trionfo di Obama


27-03-2010

Il Presidente degli USA Barack Obama e il presidente russo Dmitri Medvedev hanno firmato un accordo per un limite di 1.550 testate nucleari (una diminuzione del 74% rispetto all'accordo Start I del 1991) e di 700 vettori (un dimezzamento rispetto al vecchio Start II scaduto nel dicembre scorso). La firma del trattato l'8 aprile a Praga precederà di pochi giorni un summit in programma a Washington, dal 12 aprile, sul tema della non proliferazione nucleare che vedrà i leader di oltre 40 Nazioni riuniti nella capitale Usa
WASHINGTON. Stati Uniti e Russia hanno annunciato ieri di avere raggiunto, dopo un anno di negoziati, uno storico accordo sulla limitazione degli armamenti strategici che conferma il reset nei rapporti tra i due Paesi e lancia un ammonimento a Nazioni come l'Iran e la Corea del Nord sulla determinazione di Washington e Mosca nella lotta alla proliferazione nucleare. Ma restano incerti i riflessi che l'accordo avrà sullo scudo anti-missile.
Il presidente Barack Obama e il presidente russo Dmitri Medvedev firmeranno il trattato l'8 aprile a Praga in una cerimonia che sarà ricca di richiami simbolici. Proprio nella capitale dell'ex Paese del Patto di Varsavia, adesso membro della Nato, l'inquilino della Casa Bianca aveva annunciato il 5 aprile scorso la sua visione di un mondo senza armi nucleari. Un traguardo a lungo termine da raggiungere gradualmente, a piccoli passi, cominciando dalla riduzione degli arsenali nucleari delle due superpotenze chiamate a "dare il buon esempio".
L'accordo raggiunto da Usa e Russia, il più importante in due decenni, prevede un limite di 1.550 testate nucleari (una diminuzione del 74% rispetto all'accordo Start I del 1991) e di 700 vettori (un dimezzamento rispetto al vecchio Start II scaduto nel dicembre scorso).
"Con questo accordo Stati Uniti e Russia, le due maggiori potenze nucleari del mondo, intendono lanciare un chiaro messaggio sulla loro intenzione di guidare" la lotta alla proliferazione nucleare, ha spiegato il presidente Obama.
Per l'inquilino della Casa Bianca questa è stata la settimana più trionfale della sua presidenza: martedì ha firmato la storica riforma sanitaria (la sua priorità nella agenda dei problemi interni) e ieri ha annunciato il maggior successo concreto della sua politica estera.
"C'è voluta pazienza, c'è voluta perseveranza, ma non ci siamo mai arresi", ha detto ieri Obama, riferendosi ai negoziati con Mosca ma anche alla riforma sanitaria.
La firma del trattato l'8 aprile a Praga precederà di pochi giorni un summit in programma a Washington, dal 12 aprile, sul tema della non proliferazione nucleare che vedrà i leader di oltre 40 Nazioni riuniti nella capitale Usa. Un summit dove Obama, come ha detto ieri un funzionario della Casa Bianca. "potrà esibire fatti e non solo parole".
Il segretario di Stato Hillary Clinton ha sottolineato che l'accordo nucleare lancia un preciso segnale a Paesi come l'Iran e la Corea del Nord sulla determinazione degli Usa nel combattere la proliferazione nucleare. Dal Cremlino è giunta l'osservazione che "il nuovo trattato segna un nuovo livello di cooperazione tra la Russia e gli Stati Uniti nello sviluppo di nuove relazioni strategiche".
Da Mosca si è anche sottolineato che l'accordo include un collegamento "legalmente vincolante" tra armi strategiche di attacco (come appunto i missili) e quelle di difesa (come lo scudo antimissile). Una interpretazione respinta dalla Casa Bianca: l'accordo non contiene vincoli allo sviluppo dello scudo anti-missili. Alla radice della divergenza c'è il fatto che sia Obama che Medvedev devono ottenere la ratifica dei rispettivi parlamenti prima che il trattato possa entrare in vigore. Obama ha bisogno del voto favorevole di 67 senatori su 100, deve convincere quindi anche almeno una decina di senatori repubblicani a votare per l'accordo.
"Spero che si formi un forte sostegno bipartisan per ottenere la ratifica del trattato", ha detto ieri Obama. Ma per arrivare a questo risultato occorre che l'accordo non minacci lo scudo, che ha i suoi sostenitori più forti proprio tra i repubblicani.
Dopo avere ottenuto il reset delle relazioni con Mosca adesso Obama è chiamato ad una impresa ancora più difficile: il reset dei rapporti con i repubblicani dopo la feroce battaglia per la riforma sanitaria.



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Pedofilia in Vaticano. Nuovo attacco del New York Times


27-03-2010


NEW YORK. Il New York Times rilancia sullo scandalo della pedofilia ed è di nuovo imbarazzo in Vaticano: Papa Benedetto XVI era stato tenuto al corrente, quando era arcivescovo di Monaco nel 1980, del ritorno di padre Peter Hullerman al lavoro in parrocchia nonostante le accuse di molestie sessuali.
Immediata la reazione del portavoce della Santa Sede, Padre Federico Lombardi: il futuro Pontefice "non sapeva della decisione di reinserire il sacerdote H nell'attività pastorale parrocchiale. Ogni altra versione è mera speculazione".
Le nuove accuse, secondo il New York Times, suggeriscono invece che Ratzinger fosse stato messo a parte, più di quanto ammesso finora, del caso del prete di Essen. Secondo il giornale al futuro Papa fu inviato in copia un memorandum che lo informava che Padre H. era stato rimandato a fare attività pastorale nella diocesi di Monaco nonostante che solo pochi giorni prima avesse cominciato a curarsi da uno psichiatra. Il New York Times ha ammesso che non è chiaro se il futuro Papa abbia effettivamente visto il memorandum.
Padre Lorenz Wolf, vicario giudiziario dell'arcidiocesi, ha detto che "è improbabile che il documento sia arrivato sulla scrivania dell'arcivescovo", anche se ha aggiunto di non poter escludere che Ratzinger lo abbia letto.
Padre H, condannato a 18 mesi per pedofilia nel 1986, dopo il trasferimento continuò a molestare ragazzini per anni in nuove parrocchie. Nel memorandum, datato 20 gennaio 1980 e confermato al New York Times da due fonti ecclesiastiche, si comunica che Padre Hullerman veniva riassegnato alle mansioni pastorali, nonostante che cinque giorni prima, in una riunione del Consiglio diocesano presieduta da Ratzinger, si era parlato del suo caso - di un prete in bisogno di assistenza psichiatrica - convalidandone il trasferimento a Monaco.
L'articolo di ieri fa seguito alle accuse dello stesso New York Times a Benedetto XVI di aver insabbiato, quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il caso di Lawrence Murphy, un prete del Wisconsin accusato di molestie du 200 bambini sordomuti in un collegio di Milwaukee.
Il Vaticano, che aveva reagito con indignazione, ha citato ieri il comunicato dell'arcidiocesi di Monaco che giorni fa aveva messo la piena responsabilità del caso Hullerman nelle mani del vice di Ratzinger all'epoca, il reverendo Gerhard Gruber.
"L'articolo - ha detto padre Lombardi - non contiene alcuna nuova informazione".
Intanto la polemica continua: nei corridoi del Vaticano religiosi citati da 'Time' hanno parlato di un attaco mirato del giornale di New York: "Lo fanno per partito preso. Dovreste chiedervi perché non hanno scritto una riga qualche giorno sulla condanna di un rabbino di Brooklyn per pedofilia. Ma un attacco alla Chiesa fa fiutare sangue", ha detto all'inviato del settimanale in Vaticano un alto funzionario della Santa Sede protetto dall'anonimato.
"Le accuse di abusi nella Chiesa Cattolica sono una cosa seria come il Vaticano ha riconosciuto in molte occasioni e il ruolo che il Papa può avere avuto nella reazione a queste accuse nel corso degli anni è una parte significativa della storia", ha replicato la portavoce del New York Times Diane McNulty ribadendo che l'articolo di ieri è "frutto di un meticoloso lavoro giornalistico. Finora nessuno ha messo in dubbio i fatti di cui abbiamo scritto".
Lo scandalo della pedofilia intanto fa il giro del mondo, tra la cantante irlandese Sinead O'Connor che sollecita un'inchiesta penale su Ratzinger e il polemista britannico Christopher Hitchens che arriva a suggerire sulla AbcNews l'arresto di Papa Benedetto quando in autunno andrà in visita pastorale a Londra.



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Regionali. Berlusconi dilaga in tv


27-03-2010

ROMA. Lascia anticipatamente il vertice europeo di Bruxelles per dilagare in televisione e spiegare che le regionali sono un test politico che però non avranno nessuna conseguenza sul governo a prescindere dal risultato. Ma nell'ultimo giorno di campagna elettorale prima del silenzio imposto dalla legge, Silvio Berlusconi non estrae assi dalla manica. Nessun annuncio a sorpresa come il taglio dell'Ici calato sul tavolo dell'ultimo confronto televisivo contro Romano Prodi nelle politiche del 2006. Il leader del centrodestra preferisce ripetere come un mantra i cavalli di battaglia di queste settimane: la sinistra antidemocratica, il partito dei giudici che comanda il Paese, il premier ridotto ad un mero "suggeritore" subordinato al capo dello Stato. Unica novità, un appello rivolto all'opposizione affinché cambi atteggiamento, abbandonando gli insulti e consentendo un dialogo costruttivo sulle riforme. Ed è proprio su quanto resta da fare al governo che il premier insiste maggiormente.
Lasciata Bruxelles anzitempo, il premier nel primo pomeriggio di ieri raggiunge gli studi di Sky Tg24. Si sottopone al fuoco di fila di domande, anche a quelle più scomode. Conferma di voler tenere bassa l'asticella oltre la quale si dichiarerà vincitore. "Ogni regione in più sarà un successo, ma la vera vittoria sarebbe che la maggioranza dei cittadini fosse amministrata da noi". Dice di non temere l'astensionismo e di confidare nel "buon senso" degli italiani. In ogni caso, aggiunge a scanso di equivoci, anche in caso di sconfitta "non cambierà nulla" perché il mandato del governo è di cinque anni.
Berlusconi punta molto sulle riforme, sia per invogliare gli indifferenti sia per placare le tensioni interne alla maggioranza. Non solo quella della giustizia, che resta comunque la "più urgente", ma anche sull'ammodernamento del fisco con la "prospettiva" di ridurre le tasse. Ovviamente, la "rivoluzione liberale" comprende anche le riforme istituzionali. Magari non attraverso i gazebo visto che, spiega per evitare ulteriori polemiche con Gianfranco Fini, per scegliere fra presidenzialismo e premierato ci sono "mille modi". Attacca giornali ("organi di disinformazione assoluta"), sinistra ("antidemocratica e sovietica"), pm politicizzati ("in aula troverei plotoni d'esecuzione"). Esclude l'ipotesi di un sorpasso della Lega sul Pdl al Nord, definisce Pier Ferdinando Casini "schizofrenico" e un voto dato all'Udc inutile; ribattezza Pier Luigi Bersani un "professionista nel capovolgimento della realtà" e torna ad attaccare Magistratura Democratica.
Accusa Michele Santoro di portare in giro "lugubri carri di Tespi" e chiede che almeno i suoi "processi senza contraddittorio" si facciano lontano dalla Rai.
Parla anche di futuro, spiegando che a decidere il successore non sarà lui, ma il partito, con un congresso o forse con delle primarie. A Sky dice che con una "sinistra che offende e calunnia non c'é alcuna possibilità" di confronto. Poi, quando a intervistarlo è StudioAperto, apre al dialogo sulle riforme: abbiamo i numeri per farle da sole, ma "per il bene del Paese é auspicabile che siano condivise". Da qui l'invito al centrosinistra ad abbandonare toni "sguaiati e violenti" per cambiare il clima politico.
Parla al Gr1, al Tg4, al Tg1 e al Tg2. Ma la sostanza non cambia. L'ultima apparizione pubblica la fa al comizio per la candidata nel Lazio, Renata Polverini. Parla della busta con della polvere sospetta recapitata nella sua villa di Arcore. Prima con tono scherzoso, spiegando che hanno evacuata casa sua e suo figlio è finito in una "stanza sigillata". Qualche passaggio dopo, più serio, aggiunge: "Hanno provato a farmi fuori" in tutti i modi e adesso tentano di farlo con "statuette o polverine". Si dice sicuro di vincere queste elezioni che non sono solo regionali, ma "nazionali e politiche" e annuncia di voler fare una manifestazione ogni primavera a piazza in Piazza San Giovanni. Di annunci a sorpresa, però, nessuno.



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