giovedì 25 marzo 2010

Silvio Berlusconi. L'incubo della sinistra


25-03-2010

Il premier attraversa l'Italia da Nord a Sud, martedì Torino e ieri Bari, ripetendo all'infinito le sue accuse contro la sinistra e la magistratura ad essa asservita e tratteggiando ogni giorno di più un'idea di partito diversa da quella del co-fondatore, Gianfranco Fini
BARI. Gazebo ha detto, e gazebo saranno. A tre giorni dal voto Silvio Berlusconi, senza tenere in nessun conto i rilievi del co-fondatore del Pdl Gianfranco Fini, tiene il punto sull'annuncio di voler affidare al popolo la scelta sulle riforme istituzionali. "Sono stato criticato perché ho detto che saranno i cittadini a decidere se dovrà essere eletto direttamente da loro il presidente della Repubblica o il presidente del Consiglio. Sono felice di queste critiche, perché sono convinto della giustezza della mia posizione", rilancia da Bari, insistendo piccato sull'idea, nonostante l'altolà dell'alleato.
"Per le riforme l'approccio non può essere basato sulle strumentalizzazioni di tipo propagandistico o legato al vantaggio, pur legittimo, che possa trovare questa o quella parte", aveva preso le distanze Fini, insistendo invece per "riforme finalizzate allo spirito costituente, all'interesse generale e al bene comune, nel rispetto della dialettica tra le forze e le culture politiche".
Ma Berlusconi non pare volerlo ascoltare. Il premier attraversa l'Italia da Nord a Sud, martedì Torino e ieri Bari, ripetendo all'infinito le sue accuse contro la sinistra e la magistratura ad essa asservita e tratteggiando ogni giorno di più un'idea di partito diversa da quella del co-fondatore. "Il nostro Pdl è nato per ascoltare la gente, per prendere decisioni dal basso, per essere una formazione politica diversissima dai partiti della prima repubblica", insiste nella ricerca di investitura popolare il Cavaliere, mentre la terza carica dello Stato si mostra attento alle ragioni dell'opposizione ed agli equilibri istituzionali, e cerca di elevare con fondazioni e pensatoi il dibattito nel Pdl. Che a Fini non piace come è, mentre Berlusconi lo trova "un partito assolutamente democratico, dove le scelte vengono fatte dagli organi previsti per statuto a maggioranza, ascoltando la voce del popolo".
Quindi anche sull'elezione diretta del premier o presidente del Consiglio, dice, galvanizzando la platea in tripudio, "la scelta deve essere del popolo, direttamente vostra".
Dalle urne non è ancora uscito il responso delle Regionali, che necessariamente inciderà anche sugli equilibri del Pdl, ma Berlusconi ha già in mente un suo percorso, cerca la conferma della leadership nella spinta popolare e intanto assicura che con Bossi non ci saranno problemi. Perché "il sorpasso non ci sarà e con la Lega c'é un'alleanza strategica per riformare il paese".
Il Carroccio subito ripaga il premier di tanta fiducia, sostenendo con il ministro delle Riforme Roberto Calderoli che sul presidenzialismo è un bene consultare il popolo".
Par condicio, immigrazione, riforma delle istituzioni, della giustizia e del fisco, intercettazioni: su nessuna di queste cose Berlusconi - e lo ha ripetuto anche ieri - intende cercare a tutti i costi l'accordo con gli avversari politici. E anzi anche da Bari - dove è arrivato ieri per appoggiare il candidato Pdl Rocco Palese in un padiglione della Fiera del Levante dai molti spazi vuoti (nonostante i dodici mila presenti per la Questura) - Berlusconi torna a chiedere "una scelta di campo tra noi e loro, un voto che dia forza al governo nazionale per fare le riforme nei prossimi tre anni".
"La sinistra, da 16 anni a questa parte, ha un solo grande incubo e grande collante: questo incubo si chiama Silvio Berlusconi", era tornato all'attacco degli avversari al mattino il Cavaliere collegato con il Tg5, per poi, a sera, di nuovo protestare contro la magistratura politicizzata e"l'indecenza di un paese dove un premier può essere intercettato e finire senza potersi difendere sotto le terribili accuse di un signor Travaglio, in una tv di Stato pagata da tutti".
Riforma della par condicio, delle intercettazioni e "riduzione del numero di parlamentari inutili", saranno tra i primi passi dopo il voto.
 Con un ultimo avviso agli elettori pugliesi: "Chi vota per l'Udc e per la Poli Bortone non solo butta via il suo voto ma lo regala alla sinistra e a Nichi Vendola". Mentre il successo alle Regionali per il premier si valuterà sulla "maggioranza degli italiani governati dal centrodestra" e non dal numero di governatori conquistati da Pdl e Lega.



Reblog this post [with Zemanta]

Nessun commento:

Posta un commento