sabato 13 marzo 2010

Liberiamo il paese dal despota Berlusconi




  Questo è l'intervento di Antonio Di Pietro, oggi a piazza Navona - Roma.

 Le nostre istituzioni sono state occupate con la forza della corruzione e con l’inganno della disinformazione dal piduista Berlusconi. Noi c’eravamo, a piazza Navona, all’inizio della legislatura, per avvisare per tempo gli italiani del rischio che correvamo affidando il governo a un corruttore matricolato come Berlusconi, e siamo stati presenti e attivi in ogni piazza d’Italia per informare i cittadini dei pericoli che la democrazia stava correndo. Noi c’eravamo e ci siamo.

All’inizio siamo stati presi per eversivi e visionari. Oggi i fatti ci danno ragione, tant’è vero che siamo tutti qui, proprio perché quei pericoli da noi paventati oggi si stanno avverando, tant’è vero che altre forze politiche li stanno avvertendo. Sì, oggi siamo qui perché è della deriva antidemocratica e neo-fascista dell’attuale governo che dobbiamo parlare, che dobbiamo occuparci e dobbiamo farlo ora, tutti insieme, prima che sia troppo tardi.
 Solo di questo dobbiamo parlare oggi, e solo su questo dobbiamo impegnarci tutti insieme da oggi in poi. Di nient’altro dobbiamo avere la forza, il coraggio e l’umiltà di parlare, perché altrimenti ancora una volta si corre il rischio che le nostre parole vengano strumentalizzate. Per questo lo diciamo con il cuore in mano e con la serenità d’animo: state sereni e traete un sospiro di sollievo. Noi dell’Italia dei Valori da oggi non affronteremo altri argomenti se non quello di liberare il paese dal despota Berlusconi, perché sappiamo bene che la stampa di regime cercherà di spostare l’attenzione anche oggi da quella che è la vera ragione per cui voi siete qua: la richiesta formale ai partiti dell’opposizione di trovare con umiltà e responsabilità una speranza per costruire un’alternativa di governo e mandare a casa Berlusconi.
 Certo, quel che è successo è successo, e prima o poi a bocce ferme, a democrazia salvaguardata, arriverà anche il momento per riflettere sul perché tutto questo è potuto accadere. Io sono convinto che se la politica, nel ‘94, avesse preso spunto dall’inchiesta Mani Pulite per cambiare alcune regole del gioco, oggi non saremmo qui ancora come prima e peggio di prima. Io sono certo che se la politica, dal ‘94, avesse stabilito la regola che i condannati non devono essere candidati, e che i rinviati a giudizio non devono assumere incarichi di governo, e che gli imprenditori che commettono reati non devono avere appalti o lavori dalla pubblica amministrazione, oggi avremmo una classe politica, parlamentare, di governo e imprenditoriale diversa.
 Noi dell’Italia dei Valori siamo stati accusati di esagerare quando parliamo di regime, quello che ci sta propinando Berlusconi. Io non devo insegnare nulla a questi intellettuali che fanno la morale quando gridiamo al regime, ma quando un Parlamento non è più in grado di fare una legge ma soltanto di alzare una mano per un voto di fiducia ai tanti decreti legge che il governo presenta; quando un parlamento e un governo emanano soltanto provvedimenti ad-personam, e ne sono stati emessi ben 37 che riguardano soltanto Berlusconi; quando l’informazione o viene imbavagliata o viene asservita, o è connivente come in questi giorni stiamo scoprendo, quando gli organi di controllo a loro volta o sono asserviti, o vengono imbavagliati, o vengono criminalizzati come abbiamo visto in questi giorni accadere con l’Autorità di Controllo per le Comunicazioni, o nella criminalizzazione verso gli organi della magistratura, o nel bavaglio all’informazione. Ve lo ricordate l’editto contro Biagi? Ieri abbiamo scoperto che ha fatto un editto anche contro Santoro. Quando vogliamo liberarci di questo governo? La nostra solidarietà è andata ieri a Biagi ed oggi a Santoro, che avremmo voluto qui, oggi, a parlare, per testimoniare che non ci arrendiamo a coloro che vogliono zittire l’informazione libera.
 Oggi l’informazione pubblica è in mano ai vari Minzolini che, come dimostrano molti recenti casi, sono a disposizione del regime di turno. Oggi l’informazione privata è quasi completamente nelle mani del Presidente del Consiglio, sia quella televisiva che la stampa. Alla faccia del conflitto di interessi! Ma dobbiamo dirlo anche in questa piazza, perché è troppo facile prendersela solo con Berlusconi per questa situazione dell’informazione: il tutto è avvenuto con il concorso di colpa grave di un centro-sinistra che in passato ha pensato di scherzare col fuoco e si è bruciato le mani. Al riguardo, sarebbe bene che i responsabili di quelle omissioni almeno oggi venissero qui a chiedere scusa agli italiani.
 La magistratura è stata ridotta all’impotenza, senza mezzi, senza strumenti, senza personale, senza risorse. Ogni giorno viene criminalizzata e denigrata. Senza contare la continua serie di leggi ad-personam che continuano a farsi. Da ultimo c’è quella sulle intercettazioni, che vogliono realizzare con un decreto legge, ma io ritengo più grave quel che è avvenuto nei giorni scorsi in Parlamento, quando colpiti carte alla mano non hanno potuto fare a meno di dire sì all’autorizzazione all’arresto di Di Girlolamo. E perché Cosentino no? Perché Cosentino sta al governo? Perché si occupa ancora di fare le liste per governare le regioni? Questa è ipocrisia! Questa è presa in giro.
 Ecco perché noi diciamo che questo governo deve andare a casa, perché non si occupa di quello di cui si deve occupare. Non si occupa di quello di cui il paese reale ha bisogno, di quello di cui hanno bisogno la moltitudine di giovani senza lavoro, le masse di lavoratori precari, i licenziati a iosa, le famiglie che non arrivano a fine mese, la sanità e la scuola pubblica che sono abbandonate a se stesse. Non solo, questo governo non si occupa neanche delle aziende che chiudono ogni giorno, del debito pubblico che sale vertiginosamente, della crisi che galoppa, a tal punto che lavoratori e imprenditori si ammazzano tutti i giorni, e questo governo continua ad occupare le attività del parlamento per fare leggi che servono soltanto a se stesso.
 Di fronte a tutto questo, noi denunciamo che ci troviamo di fronte a un novello Nerone, che ride mentre la crisi sta uccidendo le famiglie, che ride dicendo che va tutto bene, che se la canta e se la suona da solo con le sue barzellette, mentre il paese va allo sfascio.

 Allora il nostro compito non è solo quello di spegnere il fuoco oggi, ma di ricostruire il paese dalle fondamenta, partendo dalle macerie che questo governo ormai al crepuscolo ci sta lasciando. Voglio arrivare a un atto di responsabilità che mi prendo qui, e che noi partiti dell’opposizione dobbiamo prendere insieme, se vogliamo dare una risposta a questa piazza, perché questa piazza non è qui soltanto per manifestare: è qui per chiedere un’alternativa, per sapere cosa vogliamo fare noi.
 Bene: qui, a nome dell’Italia dei Valori, io prendo un impegno prioritario, che sono certo anche gli altri partiti dell’opposizione avranno il coraggio e l’umiltà di prendere, anche nei confronti dell’Italia dei Valori, che molto spesso è stata denigrata dagli altri partiti dell’opposizione – come al solito se la prendono con chi grida al male, anziché con il male.

 Dobbiamo tutti insieme, davanti a voi, assumere l’impegno di uno sforzo comune per abbattere democraticamente alle urne il governo Berlusconi, e per farlo dobbiamo stare uniti, perché la matematica non è un’opinione. Bisogna vincere le elezioni, vincere queste elezioni regionali, e vincere le prossime elezioni politiche. Bisogna vincere ma anche convincere, perché se vinci e da Berlusconi ci mandi un Berluschini, non cambia niente. Per questo, dobbiamo fare ora come hanno fatto i nostri padri quando, per liberarci dal fascismo, si sono messi insieme, laici e cattolici, democristiani e comunisti, liberali e socialisti. Oggi bisogna trovare la forza e l’umiltà, e noi dell’Italia dei Valori vogliamo averle. Scusateci, voi intransigenti, che vorreste che noi dell’italia dei Valori questo non lo facciamo, ma noi dobbiamo avere la forza e l’umiltà di pensare al paese, e non soltanto agli interessi di partito. Dobbiamo cercare, con forza e con umiltà, di convincere gli altri partiti a fare squadra insieme. Questo deve essere il nostro prioritario impegno se vogliamo contrastare Berlusconi, se vogliamo vincere le elezioni, se vogliamo offrire al paese un’alternativa. Dobbiamo cioè alzare di più la voce per far sapere al paese che la prossima volta alle elezioni stiano attenti, perché con Berlusconi non si scherza. Quello gli dai un dito e si prende il braccio, quello utilizza le istituzioni solo per se stesso, quello è un piduista, e come tutti i piduisti, fa tutto ciò che fa per l’interesse proprio e per la propria casta.
 E allora, noi dell’Italia dei Valori siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità, a fare squadra comune con gli altri partiti della coalizione, e soprattutto con quella parte della società civile che non vuole arrendersi né subire in silenzio. Però per favore, anche voi, dite agli altri partiti della coalizione che se anche non è legge, alcune regole fondamentali sul piano etico dobbiamo rispettarle tutti. Se abbiamo delle mele marce, a partire da noi e continuando con gli altri partiti, mettiamole fuori noi, perché altrimenti non riusciamo a distinguerci dagli altri. Così dobbiamo fare per queste elezioni regionale, e così dobbiamo fare per le prossime elezioni politiche.
 Invito perciò tutti i cittadini ad un gesto di fiducia verso di noi, e noi ad un gesto di umiltà, per rispetto vostro. Stare uniti è l’unico modo per liberare questo paese dalfascismo di ritorno.



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