28 febbraio 2010
Gli organizzatori: siamo in tantissimi a dire no al legittimo impedimento.
Anche ieri il viola ha conquistato la Capitale. Piazza del Popolo era piena. Duecentomila persone contro il legittimo impedimento. Questa la cifra che sarà data dagli organizzatori a fine giornata. L’appuntamento comportava qualche rischio: la giornata “La legge è uguale per tutti” era stata convocata all’inizio di febbraio, creando anche del malumore nei gruppi locali che a centinaia erano nati per il 5 dicembre. Troppo ristretti sembravano i tempi. E infatti, i pullman arrivati sono stati 100 contro i 600 del No B. Day. “È stato un successo - dice comunque Gianfranco Mascia, uno dei volti più riconosciuti dei viola - abbiamo dimostrato che possiamo andare in piazza quando vogliamo, senza chiedere aiuto a nessuno”. Questa volta tutti i fondi necessari ad allestire il palco, sono stati raccolti online: oltre 30.000 euro. Soldi che si aggiungono a quelli ricavati con offerte spontanee in piazza: “Sorridono tutti, ognuno dà qualche euro”, dice Alessandra, che gira tra la folla con una cassetta viola.
Costituzione, legalità, libera informazione, lotta alla precarietà, i temi affrontati. Il palco è aperto dall’appello di Roberto Saviano: “Adesso Basta”, dice lo scrittore, denunciando le infiltrazioni delle organizzazioni mafiose fino agli scranni del Parlamento. Arriva in piazza l’ultranovantenne Mario Monicelli: è in jeans e bomber, avanza tra la gente, come un comune cittadino fino ad arrivare sotto le transenne. Da lì un moto di popolo lo spinge ad intervenire sul palco: “Sono qui per dirvi non mollate. Dovete tenere duro, spazzare via tutta la classe dirigente del Paese, chi dirige la sanità, l’istruzione e i politici che sono i peggiori”. L’autrice satirica Francesca Fornario strappa applausi e risate amare: “L’unica fabbrica che non è mai in crisi, in Italia, è quella che sforna a piè sospinto leggi ad personam: in casa di Ghedini sono stati trovati cinquanta avvocati cinesi che lavoravano in un retrobottega” . È il momento di Marco Travaglio, che interviene in video con un messaggio registrato: “Le leggi ad personam non sono 20 com’è si è detto - chiarisce - ma oltre 37”. Poi cita Giorgio Bocca, che proprio in un’intervista alFatto Quotidiano ha detto che “L’unica bella notizia degli ultimi anni è il popolo viola, se si ribellano i ragazzi non tutto è perduto”. Per Travaglio, il popolo viola deve vigilare sul comportamento dei politici: “Dovete, dobbiamo essere chiarissimi: chiunque voti per una legge ad personam, non avrà mai più il nostro voto”. È il momento di Andrea Rivera, che fa esplodere la piazza citando prima Rino Gaetano e poi Pasolini, Saviano e tutti i giornalisti che si occupano di criminalità organizzata. “Berlusconi parla di stato di polizia, ma a me sembra che loro in galera non vanno mai, mentre le manganellate si abbattono su Carlo Giuliani, Stefano Cucchi, Aldo Bianzino”.
Flores d’Arcais si rivolge al Presidente della Camera: “Non basta esprimere la propria visione democratica nei libri - dice - bisogna opporsi contro le leggi vergogna, a cominciare dal processo breve”. Oliviero Beha chiede alla piazza: “Non siete offesi quando vi chiamano anti-politici?”. Risponde un boato. Poi è il turno di Guido Scorza, che si occupa di libertà digitali. Raccontano la loro esperienza i precari dell’Ispra, gli operai della Merloni e i precari della scuola. Rispetto al No B. Day del 5 dicembre, dove gli oltre 300.000 erano tutti emozionati dell’incredibile - e per certi versi inaspettato - successo, le decine di migliaia con sciarpe e berretti viola, appaiono più seri, arrabbiati. Dal palco viene dato il numero di un telefono cellulare: “Mandateci con un sms i vostri ‘Basta a’ e i vostri ‘vogliamo ancora’”. Ne arrivano a migliaia, al ritmo di uno ogni cinque secondi’. Da questi Sms verrà elaborata una proposta. “Abbiamo fatto un passo avanti - dice Mascia - ora cominciamo a costruire”.
un'immagine della manifestazione del popolo viola
da Il Fatto Quotidiano del 28 febbraio 2010
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