26-02-2010
"L'italiano, un cliente del Park Residence, era in contatto telefonico con la polizia afghana poco dopo l'esplosione quando é stato ucciso a colpi di arma da fuoco dagli assalitori. Era un uomo coraggioso", ha detto il capo della polizia della capitale afghana, generale Abdul Rahman. "L'Italia e gli altri alleati resteranno impegnati in Afghanistan", ha assicurato a Sky il ministro degli Esteri, Franco Frattini
KABUL. I talebani hanno sferrato un nuovo attacco nel cuore della capitale Kabul: un commando di almeno otto assalitori - cinque i kamikaze secondo i talebani, tre per la polizia - ha preso di mira un'area frequentata da stranieri che ospita diversi hotel, tra cui il Safi Landmark, ed il centro commerciale Kabul City Center. Il bilancio dei morti oscilla tra le 14 e le 17 vittime: tra queste un funzionario italiano della presidenza del Consiglio, Pietro Colazzo (originario di Galatina, Lecce) un francese e quattro indiani.
"L'italiano, un cliente del Park Residence, era in contatto telefonico con la polizia afghana poco dopo l'esplosione quando é stato ucciso a colpi di arma da fuoco dagli assalitori. Era un uomo coraggioso", ha detto il capo della polizia della capitale afghana, generale Abdul Rahman. "L'Italia e gli altri alleati resteranno impegnati in Afghanistan", ha assicurato a Sky il ministro degli Esteri, Franco Frattini. La dinamica dell'assalto resta incerta: il commando è entrato in azione verso le 6.30 (le 3 italiane) quando le strade erano deserte anche per la festività islamica del venerdì, che quest'anno coincide con le celebrazioni del Mulud, il genetliaco del profeta Maometto. Una prima fortissima esplosione, seguita da una seconda minore, ha fatto scattare l'allarme. Secondo quanto riferito dai talebani e confermato al Washington Post dal capo della polizia criminale di Kabul, Abdul Ghafar Sayed Zada, la prima esplosione è stata causata da una autobomba davanti ad un hotel.
Oltre al Safi Landmark Hotel sono stati attaccati anche la Park Residence Guesthouse, dove si trovava l'italiano Pietro Antonio Colazzo, e l'Hamid Hotel. L'agenzia di stampa afghana Pajhwoh indica che questi due hotel erano molto popolari fra gli indiani perché si trovano a meno di 500 metri dall'ambasciata di New Delhi.
Quindi "tre attentatori suicidi - scrive il Wp - hanno attaccato il Park Residence, un hotel frequentato da molti stranieri", di cui era ospite anche lo 007 italiano. La polizia ha riferito d'altro canto che un attentatore suicida si è fatto esplodere davanti al Safi Landmark Hotel, mentre altri due sono stati uccisi in un conflitto a fuoco. Anche i talebani, che hanno rivendicato l'attacco, sostengono di aver preso di mira l'hotel Safi. Un britannico ospite dell'albergo, Brian Briscombe, ha riferito alla Bbc di essersi svegliato tra vetri infranti e nel fumo. Quindi ha deciso di lasciare l'edificio: "Sono rimasto ferito ad una mano - ha raccontato l'uomo - e volevo farmi curare, ma un soldato ha iniziato a gridarmi contro, quasi mi ha sparato quando ha visto che avevo uno zaino. Pensava fossi un kamikaze!". Il portavoce dell'Ue a Kabul, Andrea Angeli, ha confermato all'ANSA che la prima esplosione "é stata fortissima, e scontri a fuoco successivi si sono protratti a lungo".
"La tensione in queste ore è ancora molto palpabile - riferisce il portavoce -. La capitale è blindata, presidi di polizia bloccano le intersezioni di accesso ai ministeri ed altri edifici sensibili". I talebani avevano sferrato un poderoso attacco il 18 gennaio scorso, mentre il presidente Hamid Karzai si apprestava ad officiare il giuramento di 14 dei 25 ministri del futuro governo. Una serie di esplosioni, scontri a fuoco in più punti, e il lancio di razzi dalla collina di Koh-i-Zamburak - uno contro l'hotel Serena che ospitava numerosi stranieri - hanno seminato caos e terrore fra la gente che affollava il centro cittadino e che è fuggita verso zone più sicure. Nell'assalto hanno perso la vita sei persone, tra cui un bambino. Il commando talebano era composto da almeno 20 assalitori: dieci sono rimasti uccisi.
"Apprendo con dolore la notizia dell'uccisione del consigliere diplomatico Pietro Antonio Colazzo nell'attentato di oggi a Kabul. Un fedele servitore dello Stato, morto compiendo il suo dovere in un Paese martoriato da infami azioni terroristiche". Lo afferma il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "L'Italia - prosegue il premier - è impegnata in Afghanistan proprio per proteggere la popolazione civile dalla follia della violenza e dell'intolleranza, alla quale sentiamo il dovere di opporci. Mi unisco, insieme a tutti gli italiani, al dolore dei familiari e degli amici del nostro caduto".
"Abbiamo doverosamente chiesto al governo di riferire e credo che lo farà in Senato in tempi immediati. Continuiamo ad essere vicini ai nostri uomini che si impegnano in una missione di pace a volte pagando, come oggi, un prezzo altissimo". Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, parlando a margine di un convegno, della vicenda del cittadino italiano morto a Kabul.
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