venerdì 19 febbraio 2010

Appalti del G8, Letta si difende: «Sono turbato»

Silvio Berlusconi passa al contrattacco. Di fronte al mare montante di inchieste e indiscrezioni giornalistiche il premier lancia un’operazione “pulizia”, non solo nel Paese ma anche dentro il partito. Una strategia che si muove lungo tre direttrici: norme più dure contro la corruzione; giro di vite sulle intercettazioni; massima attenzione alle candidature perché chi ha commesso reati non può restare in un movimento politico.


Ciò non significa, avverte però, che siamo davanti a una nuova Tangentopoli perché alcuni «birbantelli» non possono riportare le lancette al ’92-’93. Né tantomeno consentire che un servitore dello Stato come Gianni Letta, al quale ribadisce «piena fiducia», possa finire in un tritacarne incivile. Le voci su Letta lo infastidiscono, lo irritano. «Sembra quasi che sia un peccato darsi da fare... se c’è qualcuno che veramente è straordinario sul piano dell’operatività e dell’operare per il bene comune è proprio il dottor Letta». Il sottosegretario è tornato sulla vicenda che lo ha chiamato in causa: «Sono turbato».
Le inchieste di questi giorni, con gli arresti di alti funzionari pubblici, l’avviso di garanzia a Guido Bertolaso, le dimissioni di un magistrato, ripropongono con forza il tema della questione morale nel Paese. Il premier cosa ne pensa? «Intanto non c’è nessun ritorno di Tangentopoli come qualcuno dice, perché tutti i partiti hanno il finanziamento pubblico che non c’era nel ’92-’93 e magari costringeva i partiti ad affidarsi a finanziamenti non legali. Oggi ci sono solo dei fatti personali che rientrano nelle statistiche: su cento persone, si sa che non ci sono cento santi perché si sa che ci sono uno, due, tre, quattro o cinque persone che possono essere dei birbantelli». Chi sbaglia, però, secondo lei non dovrebbe andare via definitivamente? Come vi comporterete nel Pdl? «Non credo ci siano dubbi sul fatto che chi sbaglia e commette dei reati non possa pretendere di restare in nessun movimento politico». Ma per deciderlo si deve attendere che le sentenze passino in giudicato o si deve agire subito? «Dipende da caso a caso: noi abbiamo deciso che le persone che sono sottoposte a indagini o processi in via di principio non debbano venire ricomprese nelle liste elettorali, ma anche che se ci sono dei dubbi sulla loro colpevolezza sarà l’Ufficio di presidenza a decidere caso per caso». Le regionali sono alle porte e il tema della sicurezza resta sul tavolo. Alla luce di quanto avvenuto a piazza Duomo, teme per la sua vita? «I professionisti della sicurezza mi invitano ad usare una particolare prudenza. Personalmente non temo per la mia vita, sono un ottimista. Però ricevo inviti pressanti a usare prudenza».

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