Il terremoto dell'Aquila è il fiore all'occhiello di Berlusconi. I fiori crescono sulletame, e di letame in Abruzzo ce n'è molto. Quello, ovviamente, nessuno lo inquadra. Tanto meno il TG1, la rassegna stampa del governo, diretto da un grande giornalista, Augusto Minzolini, uno spirito libero che non perde occasione per dire la sua su Craxi, sulla libertà di stampa, sul Lodo Alfano, sulle intercettazioni, sull'inchiesta che coinvolge Bertolaso e la protezione civile. Le sue opinioni sono libere, franche, oneste, tanto valide e convincenti che poi regolarmente accade che il Governo vi si adagi sopra, al punto che Minzolini avrebbe manifestato irritazione e fastidio per questa sorta di plagio che la politica, sempre a corto di idee, lo costringe a subire, attingendo al suo pensiero libero, lucido e brillante senza riconoscergliene la paternità.
Non si spiega altrimenti la costante comunione di intenti che i suoi editoriali esibiscono nei confronti delle posizioni governative. Diversamente, potrebbe insorgere il sospetto di trovarsi di fronte a un servo di regime e questo, onestamente, non lo si può dire.
Il suo telegiornale, viceversa, è così competente e interdisciplinare che riesce perfino a correggere le sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione, che solo pochi giorni fa avevano inavvertitamente emesso un dispositivo di prescrizione nei confronti dell'avvocato inglese David Mills. Solo dopo avere ascoltato l'edizione del TG1 del giorno dopo, infatti, i magistrati hanno potuto rendersi conto dell'errore e correggere frettolosamente il termine prescrizione in assoluzione. Poi, presi dall'entusiasmo, stavano per strafare e aggiungere la locuzione "con formula piena", finché qualcuno tra di loro ha ricordato che questo, Minzolini, non l'aveva detto, così hanno desistito.
A dire il vero, il TG1 di Augusto Minzolini non è che il fiore all'occhiello di un servizio pubblico televisivo che tutto il mondo ci invidia. Rai Uno è talmente professionale e prestigiosa che i suoi giornalisti non solo riescono a descrivere la realtà come e meglio di coloro che la vivono, ma addirittura sono in anticipo sulle informazioniche verranno, e di svariati anni. Così, mentre nei giorni successivi al 6 aprile 2009, gli organi di informazione tradizionali, in ogni parte del mondo, si concentravano sulle disgrazie degli aquilani, raccontandone la tragedia e le condizioni di vita disumane, al TG1 e a Porta a Porta erano talmente avanti che inquadravano L'Aquila già perfettamente ricostruita, e i suoi abitanti felicemente sistemati in una new townconfortevole, accogliente e ospitale. Pochi malfidenti, con ogni probabilità la solitasinistra che odia, accusavano l'ammiraglia delle reti RAI di fare disinformazione, come ad esempio quando proprio il TG1 evitò di mandare in onda l'intervista di uno studioso di terremoti che, sei giorni prima del sisma, diffondeva eccessivo allarmismo, tuttavia è risaputo che chi precede i suoi tempi di molte lunghezze deve mettere in conto l'incomprensione dei suoi contemporanei.
E' lo scotto da pagare alla genialità. Giorno verrà in cui L'Aquila verrà ricostruita, l'economia tornerà a fiorire e gli aquilani riprenderanno a passeggiare per le vie del loro amato centro storico, più affascinante e popoloso che mai.
Ecco, Augusto Minzolini è solo un uomo che ha le visioni, come i tre contadinelli di Fatima, come Giulio Verne, come i Precog di Minority Report. Deve solo fare attenzione che, come Natuzza Evolo, non gli vengano le stigmate.
E soprattutto, che non gliele procurino gli altri.
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