ROMA. Silvio Berlusconi promette pene più severe contro la corruzione, e un disegno di legge sarà presentato già nel Consiglio dei ministri di oggi. Lo illustrerà il ministro della Giustizia Angelino Alfano, ma ieri hanno lavorato alla stesura del testo il consigliere giuridico del premier Niccolò Ghedini e la presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno.
Il premier intende prendere diverse iniziative per rispondere alle novità giudiziarie e politiche in arrivo dall'inchiesta su Bertolaso e la Protezione civile in questo momento delicato di vigilia elettorale. Ha quindi deciso di vagliare con la massima attenzione le liste del Pdl per le regionali per evitare le critiche dell'opposizione su nomi discussi.
Nello stesso tempo vuole stringere i tempi sulla riforma della giustizia e dare al più presto un giro di vite sulle intercettazioni. Ne ha parlato durante la cena dell'altra notte con i senatori a Palazzo Grazioli, ne ha discusso a pranzo con il presidente della Camera Gianfranco Fini. Ieri, poi, ha voluto anche concedere un'intervista a due agenzie di stampa per spiegare l'"operazione pulizia" nel paese e nel partito.
"Noi, per convinzione, siamo garantisti, ma certo con quello che sta succedendo dobbiamo prestare ancora più attenzione alle persone che candidiamo, non si deve poter dire che nelle liste del Pdl non c'è gente per bene".
Il presidente del Consiglio, tuttavia, non ritiene di essere davanti a una nuova Tangentopoli sia perché oggi c'è il finanziamento pubblico ai partiti sia perché si tratta di "fatti personali che rientrano nelle statistiche", su cento persone possono esserci quattro o cinque individui che possono essere dei birbantelli o dei birbanti che approfittano della loro posizione per interesse personale".
Berlusconi ha voluto ribadire con forza la "piena fiducia" a Gianni Letta, colpito da voci che "sono soltanto delle dimostrazioni di inciviltà e di barbarie". Il sottosegretario a Palazzo Chigi e da sempre suo braccio destro "non si tocca". Nella cena con i senatori Berlusconi aveva ancora una volta candidato Letta al Quirinale.
Bertolaso, a suo parere, "è stato ingannato e la vergogna è stata quella di pubblicare intercettazioni che non c'entrano nulla con le inchieste. Con i senatori Berlusconi ha protestato perché, a suo parere, "è un'indecenza" estrapolare certe frasi dal contesto, che, scritte senza che si capisca il tono con cui sono state pronunciate, "danno un'idea completamente diversa" dall'intenzione originale. Per questo il presidente del Consiglio chiede di accelerare il disegno di legge sulle intercettazioni che si è arenato al Senato.
Il premier lo vorrebbe ancora più severo ma , ha spiegato, è comunque meglio della situazione odierna che è "di barbarie pura". Basta con le "trascrizioni maliziose", ha promesso il premier. "Certi magistrati", ha protestato ancora Berlusconi, "passano il tempo a perseguitarmi e a cercare di distruggermi". Da qui, l'invito a impegnarsi per una seria riforma della magistratura e della giustizia.
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